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Gli acari

Cheyletiella

Si tratta di acari appartenenti al Genere Cheyletiella ascrivibili alle Specie yasguri, blakei e parasitivorax. Anche se si tratta di specie differenti la loro morfologia e' praticamente uguale: il loro corpo risulta essere ovoidale-esagonale di circa 300-500 micron di lunghezza con cuticola striata.

E' la presenza della setola sensoriale chiamata solenidio localizzata sul terzo segmento del primo pio di arti che ci permette di classificare le tre diverse specie: si presenta infatti di forma globosa nella specie parasitivorax, a cuore nella yasguri e a forma di cono nella blakei. Questi acari di norma vivono sul pelo scendendo sulla cute solo per nutrirsi. Tutti gli stadi vitali (larve, ninfe e adulti) sono forme parassitiche. Negli ambienti dove sono presenti piu' soggetti solitamente si osservano piu' parassitizzati. Colpisce con la medesima frequenza sia il cane che il gatto (rispettivamente C. blakei e C. yasguri) ed anche il coniglio con la specie C. parasitivorax.

Il sintomo piu' comune e' la presenza di una eccessiva desquamazione (forfora o scaglie) che da' un aspetto polveroso o farinoso al mantello, in particolar modo in corrispondenza della linea mediana del dorso.

Di solito il prurito e' lieve ma sono presenti eruzioni crostose e papulari (gatto) o lesioni simili alla rogna sarcoptica (cane). Il coniglio puo' fungere da portatore sano. Gli adulti sono capaci di resistere al di fuori dell'ospite senza alimentarsi per circa un mese. Le femmine depongono le uova dese allo stelo del pelo ed il ciclo si completa in circa tre settimane.

I parassiti intestinali: i vermi

Tra le più frequenti parassitosi riscontrabili nei nostri animali domestici, rientrano senza ombra di dubbio quelle sostenute dai cosi detti “vermi intestinali”.
Si tratta di parassiti da non sottovalutare vista la miriade di problematiche, anche serie, che causano alla salute del cane, del gatto ma anche all'uomo.
Questi parassiti vivono a spese dell'organismo che li ospita, debilitandolo ed indebolendolo al punto di dover ricorrere alle cure veterinarie per non incorrere in gravissime conseguenze, finanche alla morte.
Negli animali giovani, ed in particolar modo nei cuccioli, i vermi risultano essere più pericolosi che negli animali adulti;cio' e' dovuto al fatto che il sistema immunitario degli animali piu' giovani e meno immunocompetente di quello degli adulti. Anche per questo motivo e' importante portare a passeggio i cuccioli in luoghi il piu' possibile puliti e con pochi escrementi abbandonati.

I cuccioli infestasti spesso presentano accentuato dimagramento, debolezza, addome gonfio e dolorante con gravi disturbi intestinali. A cio' spesso si assomma una scadente qualita' del pelo e della cute, gli animali presentano, a volte, un prurito perianale che li induce a trascinare e strofinare il sedere sul terreno causandosi lesioni. Puo' essere presente tosse e talvolta mancato coordinamento motorio.
A seconda del tipo di parassita si puo' passare da una situazione di diarrea persistente ed estremamente maleodorante ad una condizione di feci scarse.
La gravita' della sintomatologia e' direttamente proporzionale al numero di parassiti presenti, in caso di forti o fortissime infestazioni l'animale presenta spesso una marcata disidratazione, anemia e stentata crescita, cachessia, distensione intestinale palpabile.

Negli animali adulti la sintomatologia e' molto simile ma meno grave, proprio per il fatto che hanno maggiori risorse e sono piu' robusti. Anche nei soggetti adulti le forti infestazioni causano dimagramento, qualita' scarsa del mantello e debolezza.
Gli adulti proprio come i cuccioli vanno trattati sia per il benessere e la salute dell'animale, sia per ridurre la pressione ambientale di questi parassiti.
Le infestazioni parassitarie vengono ambulatorialmente diagnosticate mediante l'esame microscopico delle feci o con il repere sul pelo nella zona perianale delle proglottidi.
Il quadro clinico risulta essere abbastanza difformea sempre riconducibile ad uno almeno dei seguenti sintomi:

  • dimagramento
  • disturbi a carico dell'apparato gastroenterico
  • diarrea
  • diarrea ematica
  • turbe del sistema nervoso
  • sviluppo anormale nei cuccioli
  • disvitaminosi
  • anemia
  • diminuita resistenza agli sforzi
  • predisposizione al rachitismo
  • predisposizione alle malattie infettive

Specialmente nelle collettivita' di cani e gatti (allevamenti, canili, gattili, negozi, pensioni per animali...) sono presenti sovente infestazioni multiple supportate da diverse specie di parassiti sia appartenenti ai platelmiti che ai nematelmiti che ad entrambi contemporaneamente.

Le infestazioni multiple, come e' logico, sono senz'altro piu' serie, gravi e defedanti delle parassitosi singole, ed a maggior ragione devono essere prontamente eliminate.
Esistono una miriade di vermi parassiti, di seguito daremo spazio solamente ai piu' frequenti ed importanti. Come gia' accennato questi parassiti appartengono a piu' specie come ad esempio i vermi tondi (nematelminti) ed i vermi piatti (platelminti).

a) ASCARIDI : sono grossi vermi tondi dei cani e dei gatti, si rinvengono comunemente soprattutto nei cuccioli.

Delle tre specie Toxocara canis, Toxascaris leonina, e Toxocara cati, la più importante è la T. canis, non solo perche' la larva puo' migrare nell'uomo ma perche' nei cuccioli puo' essere mortale. I cuccioli si possono infestare attraverso il latte materno durante le fasi dello svezzamento. Le larve prima di diventare adulte compiono una “migrazione” attraverso i tessuti dell'organismo. In seguito a questa migrazione, una parte di queste larve rimane quiescente nei tessuti e negli organi sotto forma di cisti, mentre una grossa parte raggiunge l'intestino nella quale si insedia.

Toxocara_canis

Le femmine sono in grado di produrre anche 200.000 uova al giorno. Una volta emesse con le feci, le uova possono resistere nell'ambiente diversi mesi prima di venir ingerite da altri animali; in questo modo si ha la diffusione del parassita.
Nell'uomo la maggior parte delle infestazioni e' asintomatica, ma possono comparire febbre, splenomegalia con interessamento polmonare. Raramente una larva puo' localizzarsi nella retina causando disturbi della visione (migrazione larvale oculare).

La Filariosi Cardiopolmonare

Comunemente conosciuta come Filaria e' causata da parassiti (nematodi Dirofilaria immitis) che una volta adulti si localizzano nella maggioranza dei casi nell'arteria polmonare nelle sue diramazioni e nel cuore destro. Questi sono i siti d'elezione, ma i parassiti sono stati trovati anche in localizzazioni erratiche come la vena epatica, l'azygos, il cuore sinistro, l'aorta, le arterie iliache ( Liu, 1966; Euze'by, 1973).

In sede cardiopolmonare il numero di parassiti varia in modo sensibile da 3 a 50 nella maggioranza dei casi.
La filariosi e' trasmessa tramite la puntura di ditteri culicidi (zanzare...); quelli potenzialmente interessati alla trasmissione sono raggruppabili in due sottofamiglie: Anophelinae e Culicinae.

Le Anophelinae con il genere Anopheles, le Culicinae con i generi Culex, Aedes, Culiseta, Mansonia e Coquillettidia.
I fattori ambientali che favoriscono la presenza e la diffusione della filariosi cardiopolmonare sono caratterizzati da elevata umidita' e da temperature idonee all'attivita' delle zanzare.
Ovviamente più prolungata e' la stagione di attività di questi insetti, maggiore e' il rischio di infestazione e di diffusione della malattia nella popolazione animale.
Le zanzare femmina ingeriscono le microfilarie durante il pasto di sangue effettuato su di un cane od altro carnivoro infetto (anche l'uomo potenzialmente puo' contrarre la filariosi cardiopolmonare).

All'interno della zanzara le microfilarie evolvono in larve di stadio 1, dopo dieci giorni evolvono in larve di stadio 2 e poi di stadio 3.
Quando queste zanzare pungono un altro animale, possono veicolare, se infette, le larve di stadio 3 che infestano la ferita e penetrano all'interno della cute. Nei primi 2/3 mesi, queste larve si localizzano nel sottocute e nei muscoli dove evolvono in larve di stadio 4 e infine di stadio 5 o larve immature. Queste ultime, all'interno dei vasi sanguigni, raggiungono le arterie polmonari. Qui possono sostare anche per molte settimane prima di raggiungere il ventricolo destro, dove divengono parassiti adulti e si accoppiano.
Gli adulti di sesso maschile hanno dimensioni comprese tra i 12 e i 18 centimetri, le femmine reggiungono i 30 centimetri con un diametro di pochi millimetri ed un colore biancastro.

Questo periodo prepatente è molto lungo, e dura in media 5,5 – 6,5 mesi.
I sintomi possono variare grandemente: i soggetti con infestazioni lievi di solito sono asintomatici.
I segni clinici si presentano con infestazioni massive e clinicamente si suddividono in quattro categorie. Bisogna tenere presente che l'incubazione puo' durare a lungo, anche anni.
Categoria 1 : eccessivo affaticamento durante l'attivita' fisica con concomitante perdita dell'appetito.
Categoria 2 : tosse, dispnea da sforzo, affanno a riposo ed anemia.
Categoria 3 : filariosi grave, con dispnea e tosse a riposo, ascite, insufficienza renale cronica, cianosi delle mucose.
Categoria 4 : sindrome della vena cava con anemia, emoglobinuria, shock dovuto al passaggio dei vermi nella vena cava caudale con conseguente emolisi intensa dovuta a squilibri emodinamici.

In tutti i casi l'auscultazione può essere significativa (soffio cardiaco).

Esistono altri sintomi correlati alla presenza delle microfilarie ed alla tromboembolia:
Segni cutanei: prurito, perdita del pelo, necrosi delle estremità (orecchie e coda).
Segni neurologici: paresi.
Segni oculari: uveite.
Problemi renali.
Le lesioni riscontrate vengono classificate in Macroscopiche ed in Microscopiche.

Appartengono alle lesioni macroscopiche la cardiomegalia, la congestione epatica, l'ascite, polmonite. All'interno del ventricolo cardiaco e' possibile osservare le filarie avvolte attorno alle corde tendinee cardiache.
Le lesioni microscopiche comprendono l'endoarterite villosa nelle arterie polmonari, polmonite interstiziale con granulomi infiammatori attorno alle microfilarie e glomerulonefrite.

Per la diagnosi di filariosi cardiopolmonare il clinico si puo' avvalere dell'anamnesi ambientale
in associazione con il rinvenimento dei segni clinici. L'esame radiografico e quello ecocardiaografico, forniscono elementi utili per la formulazione di una diagnosi.
Spesso prima di effettuare la profilassi stagionale, si ricorre al cosi' detto "esame a fresco" procedura che prevede l'osservazione microscopica di una o più gocce di sangue fresco alla ricerca delle microfilarie
Ad oggi sono disponibili test rapidi di comune utilizzo ambulatoriale che con estrema velocita' e grande affidabilita', rivelano la positivita' o la negativita' con una goccia di sangue.
I metodi di controllo prevedono un trattamento mirato ad uccidere gli adulti, un trattamento mirato contro le microfilarie ed un trattamento coadiuvante che consiste in riposo assoluto ed altri accorgimenti medici.
Nelle infestazioni massive (Categorie 3 e 4) e' possibile rimuovere le filarie adulte con un intervento chirurgico che prevede la cateterizzazione della vena giugulare.
Data la gravità della malattia e' di gran lunga preferibile optare per un buon piano di profilassi:
controllo dei vettori e chemoprofilassi. Nelle aree endemiche, la profilassi deve essere effettuata durante tutta la stagione delle zanzare, in alcuni casi durante tutto l'anno. Nei cuccioli dovrebbe iniziare a circa 3 masi di vita.

La foto del momento
Rudi impacchettato